Dopo la Pasqua

Non esiste solo il giorno della memoria, per ricordare il crimine assoluto dello sterminio di un popolo - e che non sia stato compiuto, non rende questo sterminio meno assoluto... Il 27 di Nissan, al termine delle feste di Pèsach, da cinquant'anni si celebra Yom haShoà, come ricordo delle vittime e della loro testimonianza muta e assordante di resistenza al male e all'ingiustizia umani. Mi piace pensare che una memoria del genere, per una dramma che non ha riguardato solo il popolo della prima Alleanza, ma anche il popolo nomade dei rom e sinti, gli oppositori al regime per motivi politici o religiosi, gli/le omosessuali, i più fragili tra gli esseri umani per handicap o malattia, insomma, tutta l'umanità che non ha forza e valore secondo questo "mondo", possa servire a Israele per liberarsi dal demone della paura, e a tutti/e per fare della memoria l'inizio di una vita rinnovata e riconciliata nella pace... perché non basta una Pasqua, se poi non c'è cammino!

(M. Chagall, "Le porte del cimitero", 1917)

Poiche' l'angoscia di ciascuno è la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si è fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
È filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta già del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si è pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Così tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dèi l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta è stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.

(P. Levi, "La fanciulla di Pompei", 1978)

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