TREGLIO: AFFRESCHIAMO ANCHE L’ARIA?




Leggo da svariate parti che, in molti, a Lanciano, nei giorni scorsi, hanno avvertito “un forte odore di bruciato” proveniente da Treglio, paesino della provincia di Chieti in cui lavoro.

Ogni mattina, alla stessa ora, prendo la mia auto e, da Lanciano, mi trasferisco presso la scuola primaria in cui insegno da molto tempo.  Negli ultimi due anni, attraversando la strada che da contrada Severini mi conduce al piccolo centro di questo paese, si rinnova l’incontro con numerose scritte disseminate su teli bianchi che, come un ritornello, sembrano gridare allo scempio a cui la comunità è costretta, impotente, ad assistere: “NO INCENERITORE!”.

La forza delle parole scritte dice dell’indignazione, della rabbia, della insofferenza, della ribellione che non si sa esprimere diversamente: segni scritti a caratteri cubitali, stesi al sole, esposti alle intemperie, ma fermamente saldi nel gettare apertamente in faccia al passante il proprio grido di disappunto!

A chi si accinge ad arrivare a Treglio sembra di compiere un ingresso “trionfale”, quasi un essere accolti da inneggianti manifesti che spiegano, prima ancora di averne fatta diretta esperienza, ciò che attende l’ignaro passante.

Quando, poi, giungo a scuola, mi imbatto, ogni mattina, nell’immagine del fumo intenso e rapido che, ininterrottamente, fuoriesce dal sansificio di Vecere: il “benvenuto a Treglio” è completo!

Un piccolo paesino, graziosamente abbellito da opere d’arte realizzate negli anni da giovani affreschisti  su muri di varie abitazioni (compreso l’edificio scolastico affrescato dai nostri piccoli artisti!), poteva fare a meno di ritrovarsi, all’orizzonte, un mastodontico mostro sputa fumo.

Ma non è solo una questione di “immagine” deturpata! L’occhio vuole la sua parte, è vero: ma l’olfatto quando è brutalmente attaccato da un costante odore disgustosamente invadente ad ogni ora della giornata, non ce la fa proprio a trattenere i conati di vomito per la nausea nei confronti di una cattiva gestione della faccenda.

Ma lo ripetiamo: non è solo una questione di immagine!

Seri dubbi e sospetti aleggiano nell’aria, proprio insieme a quel fumo denso che avvolge Treglio e dintorni. Se le indagini messe in atto dalla Procura e dalla Agenzia Ambientale Regionale dovessero evidenziare la presenza di elementi tossici causati da un “mal funzionamento” (o funzionamento malvagio!) dell’inceneritore che affianca il sansificio, allora l’opera sarebbe veramente completa!

Penso ai miei piccoli alunni, alle nostre giornate scolastiche, alle ricreazioni e ai giochi fatti all’aperto nel cortile della scuola: ognuno di loro sa, vede e sente ciò che c’è a pochi chilometri da noi (molti abitano a ridosso della centrale!).

Non c’è solo un diritto alla salute da tutelare: c’è il diritto ad essere bambini fino in fondo, a vivere una infanzia serena e spensierata, priva di ansie e paure causate da scellerate scelte di adulti senza scrupoli, interessati prevalentemente al proprio tornaconto economico.

I bambini si nutrono di racconti; amano immedesimarsi nelle disavventure di eroi protagonisti che lottano contro il malvagio di turno. Sanno, sono certi, che nelle loro storie l’antagonista, il cattivo, sarà “giustamente” sconfitto e punito.

Ci auguriamo che il finale di questa nostra quotidiana disavventura ecologica nella scuola di Treglio abbia il suo naturale epilogo, esattamente così come i bambini si aspettano per ogni storia: nel frattempo, non potendo fare altro, continuiamo a dare il “buongiorno” ogni mattina al gigante sputa-fumo (e speriamo non veleni…) e ci attrezziamo con colori e pennelli per affrescare anche quel pezzo di cielo reso grigio da decisioni insensate di alcuni amministratori locali dotati di discutibile senso civico.

 

M. Concetta Bomba

Commenti

  1. ...leggendoti penso ai bambini di Statte, in provincia di Taranto, cui spetta, ahimè sorte peggiore...qualcuno fermi i "mostri" che distruggono l'ambiente e tante vite...
    Sonia

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