Ella stessa fu definita in maniera critica dal Nunzio Filippo Sega: "femmina inquieta e vagabonda" ("andariega "). La Santa lo sa e in una lettera confessa che di lei hanno detto che é "una vagabonda ed una inquieta". Ma oggi, con orgoglio, definiamo Teresa una "andariega di Dio", una camminante di Dio. E ci piace come modello di iconografia per oggi, rimandare all'immagine di Teresa m cammino, con il bastone e la bisaccia, come appare nella statua di Cruz Solís davanti alle mura del Carmelo dell’Incarnazione ad Avila. Icona dinamica e moderna meglio di quella dell’estasi del Bernini, di una Teresa attuale, umana ed apostolica, tutta tesa al servizio di Cristo e della Chiesa, come é quella di una donna in cammino, una Fondatrice, una Sposa che lavora per il suo Sposo. In cammino per Cristo e per la Chiesa. La narrazione delle sue fondazioni é racconto di cammini percorsi per amore di Dio, in mezzo alle mille difficoltà, al freddo, alla pioggia e alla neve, perdendo spesso anche la strada o facendola di notte, con la gioia di impiantare un nuovo Carmelo attorno ad un nuovo tabernacolo dell'Eucaristia (F 18, 4-5). La preghiera fu definita da Teresa come il cammino che porta al cielo (V 8,5) il cammino dei servi dell’amore (V 11,1) Cammino che devono seguire tutti coloro che seguono Cristo. E bella è la giaculatoria teresiana: "Juntos andemos, Senor..."; “Camminiamo insieme, Signore: verrò dovunque voi andrete, e per qualunque luogo passerete passerò anch’io " (C 26,6). Ben presto Teresa si mise in cammino. Fin da piccola, quando fuggì da casa, ignorando la grande distanza che separava la sua Avila paterna da quella terra dei mori dove voleva anelare per essere decapitata per Cristo, come i martiri e cosi anelare presto a godere di Dio in paradiso: per sempre, per sempre (V 1 4). E dopo tante strade e cammini della terra, sul letto di morte, ancora confessò che gli mancava percorrere l'ultimo tratto definitivo della strada, quello che congiungeva il cielo con la terra, quel cielo che tanto vicino aveva sentito in terra, ma che era ancora lontano per i suoi desideri. Fra le parole ultime della sua vita si ricordano quelle riferite a Cristo: "É ora, Sposo mio, che ci vediamo. É tempo di camminare". Teresa quindi una santa "andariega "; la vita un cammino, la preghiera l'itinerario dei servi dell'amore, e la santità un vero cammino di perfezione. E Cristo stesso, come afferma nelle sue grandi pagine cristologiche della Vita e delle Mansioni, con l'apostolo Giovanni: é il Cammino, la Verità e la Vita ( M VI, 7,6).
La parabola e la parola del cammino, così importanti fin dall'inizio della vita cristiana, quando i primi cristiani furono chiamati gli uomini del cammino, sono fondamentali nella dottrina di Santa Teresa di Gesù. Quasi seicento volte ricorrono i termini "cammino" e "camminare" nelle sue opere, nel duplice senso di un cammino esteriore e di un cammino interiore. Un linguaggio, quello del cammino che si arricchisce con il quasi il migliaio di volte che usa il verbo "anelar", la parola "viaggio" o il verbo "viaggiare". Sono parole che danno dinamismo all'essere, al vivere e all'insegnare di Teresa.
Una delle sue opere porta come titolo Cammino di Perfezione. JESÚS CASTELLANO CERVERA OCD
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