Mi ritrovo
tra le mani un libro che raccoglie sei piccoli racconti; mi aspetto di trovare
intrecci incomprensibili, storie che sfuggono alle limitazioni culturali dell’occidente
pensante, fortemente marcato da categorie mentali strutturate dai rigorosi principi
della ratio di illuminata memoria
Eppure si rimane come dei bambini, affascinati
dal semplice scorrere di parole che raccontano, incantando il lettore, storie
dal sapore di infanzia. Si rimane lì, fino all’ultima pagina, ammaliati come
quando, un tempo, si ascoltava la voce di un adulto volenteroso disposto ad
alimentare con storie dalla trama favolosa la fantasia inarrestabile dei
piccoli ascoltatori.
E si scopre
che nonostante l’età avanzata la magia produce ancora il suo effetto: ogni
racconto, scritto con linguaggio di straordinaria semplicità, scaraventa dentro
il mondo della fantasia dove il lettore si ri-trova a proprio agio come un
tempo ma, contemporaneamente, coglie nessi, scopre assonanze, sente richiami,
vede immagini che lo riconducono costantemente alla realtà, senza grandiosi
ragionamenti, ma di getto, come tele dipinte che si imprimono davanti agli
occhi e, in un colpo solo, ri-chiamano il luogo che si abita nella quotidianità
esattamente così come lo si era immaginato nell’infanzia.
Da ogni
racconto si esce con un desiderio in più ri-scoperto: la forza dell’amicizia,
la gratuità del dono, il bisogno della com-passione, la condivisione delle
proprie miserie, l’amore senza limitazioni, la sofferenza per un patto tradito,
l’attesa in ascolto di una voce…
“ -Urashima Tarō!
Urashima Tarō!
– chiamò la voce ancora una volta. Guardò a destra, guardò a sinistra
finché non scorse una tartaruga con la testa fuori dall’acqua, vicino alla sua
barca.
- Eri
tu a chiamarmi, tartaruga? - chiese Urashima sorpreso.
- Sì,
amico mio, ero io. Sono la tartaruga che hai salvato dai ragazzi sulla spiaggia
l’altro giorno. Sono venuta a ringraziarti -“
M. Concetta Bomba
Che bella recensione!
RispondiEliminaRoberto
:-*
Elimina