Solitudine...




La solitudine è un tremendo ibis

che vive nel deserto della fede.

Quei deserti, Signore,

che tu ci butti addosso come polvere

e si convertono in manna del cuore.

Tu conosci la saggezza di chi è solo.

Io ho spavento della solitudine

ma non della morte:

essa viveva con me nelle tenebre

e a tratti diventava luce.

Tu non sai come colei

che ci molesta ogni giorno

si accuccia ogni sera

accanto alle nostre lenzuola.

Alda Merini (Padre mio)

Commenti

  1. ...Alda e David - abitatori di solitudini...

    Ve ne siete andati, amici.
    Ora nuovamente solo
    conto i vostri passi
    (prima insieme a scendere
    le scale, ad accomiatarci
    sul sagrato, più tardi
    possibile) e poi solo
    a sentire i vostri motori
    in corsa verso la pianura.

    Solo, come ieri e come domani,
    come questa notte di luna
    sul colle così familiare e assente.

    È mezzanotte, è l’una,
    per me è sempre mezzanotte
    e sempre è l’una e le due
    e poi l’alba.
    Solo, per i secoli dei secoli amen.

    E tornerete domani e dopodomani
    a rapirmi altre gocce di gioia
    con fatica aggrumata
    nella mia arnia d’inverno,
    raccolta da qualche fiore sulle pietre,
    tra spini e un gioco di bimbi:
    anima mia come ape in volo
    dall’alba all’alba
    nel lungo giorno e nella lunga notte,
    e poi ancora in volo
    sulle nude scogliere dei sensi,
    nel devastato giardino dei ricordi,
    ovvero con la paura che le ali si frangano
    sugli abissi di Dio.

    Ancora qualche gioia
    e poi altre rapine:
    e così per sempre.

    Tale il mio sacerdozio;
    pur felice
    che torniate, amici.
    Ciò non segna importanza alcuna
    purché torniate
    e domani e dopodomani,
    o amici.

    (D. M. Turoldo, "Il sesto angelo", 1976)

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  2. "La vera solitudine non è qualcosa al di fuori di voi, non è l'assenza di uomini o di suoni intorno a voi: è un abisso che si apre nel centro della vostra anima. E questo abisso di solitudine interiore è creato da una fame che non sarà mai soddisfatta da cosa creata".

    T. Merton
    (Nuovi semi di contemplazione)

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  3. "Il motivo per cui nessuno comprende veramente il significato della solitudine, o si confonde e si perde nel tentativo di capirlo, è che essa normalmente ci appare come una semplice condizione. Qualcosa che uno si rassegna a sopportare, come una doccia con l'acqua troppo fredda. In realtà la solitudine è realizzazione, compimento, anche creazione di sé, attraverso la liberazione di forze nascoste dentro di noi, forze che sono più di qualcosa che ci appartiene, e al tempo stesso più nostre di tutto quanto ci sembra tale. Come mera condizione, la solitudine può essere nient'altro che inerzia e passività, cioè qualcosa di sostanzialmente irreale: una sorta di coma irreversibile. Uscirne è un problema. Dobbiamo lavorare attivamente sulla solitudine, senza alzare steccati intorno a noi, ma al contrario abbattendo tutte le barriere e gettando via ogni tipo di maschera, per scoprire le nude radici del nostro più intimo desiderio: quello di realizzarci nella libertà".

    (T. Merton)

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