Mirjam Baouardy: un capolavoro dello Spirito Santo...


Si legge la vita di un santo per approfondirne la conoscenza o per cercare un esempio di vita o per stabilire un confronto con la propria esistenza o più semplicemente per lodare le meraviglie che Signore compie nel cuore dell’uomo! La lettura della vita di Maria di Gesù Crocifisso lascia il lettore esterrefatto; al primo impatto egli oscilla tra sentimenti di incredulità e moti di ammirazione, tanto ci si trova gettati dentro un disegno di vita che sembrerebbe non avere nulla di naturale. Ma i doni straordinari di cui fu ricolma disegnano l’immagine dell’uomo completamente plasmato dalla potenza dello Spirito Santo; il soprannaturale rifulge nel suo splendore, ancor più mirabilmente, nell’opera suprema della creazione, in un essere umano che lascia trasformare la propria vita in una “fiamma viva” d’amore: “O Amore, Amore, Amore! L’Amore non è conosciuto; l’Amore non è amato: Amiamo l’Amore, amiamo l’Amore! Solo l’Amore, solo l’Amore!”.
Sostiamo di fronte a questa donna palestinese, priva di qualunque tipo di istruzione, precocemente dedita agli umili lavori di servizio domestico per un sostentamento, ma che toccata dalla mano di Dio diviene una esplosione, umanamente inspiegabile, di carismi.
Mirjam viene chiamata dalle consorelle la piccola araba o più semplicemente “piccola”; lei stessa amava definirsi “il piccolo nulla” tanto era viva in lei la consapevolezza del suo niente di fronte all’assolutezza del suo Dio. Si paragona ad un verme della terra, o anche ad un granello di polvere, o ancora ad una formica e di fatto vive incarnando un’umiltà totale dedicandosi sempre ai lavori più ripugnanti e obbedendo fino all’estremo. Da questa coscienza umile può sgorgare il desiderio sublime di Dio, il quale si china verso di lei conducendola per mano: e lo Spirito Santo le concede la grazia della esperienza estatica. Le estasi furono numerosissime e paragonate da Mirjam a dei “colpi di sonno”; un rapimento improvviso, provocato da un pensiero d’amore verso Dio, che la rende raggiante di luce divina e che nella compostezza e nella calma le fa vedere il volto del suo Signore. Sempre, durante questi trasporti, le mani di Mirjam continuano a svolgere l’attività che stava compiendo, il suo viso è fisso verso il cielo e la sua voce intona un canto d’amore: “Tutti dormono e a Dio, così pieno di bontà, così grande, così degno di lode, nessuno pensa! La natura lo loda, il cielo, le stelle, gli alberi, le erbe. Tutte le cose create lo lodano e l’uomo che conosce i suoi benefici, dovrebbe lodarlo, dorme. Andiamo, andiamo a risvegliare l’universo!”. Attraverso la ripetizione dei gesti quotidiani, Mirjam fa esperienza dell’Amore di Dio; il lavare i piatti, la biancheria, occuparsi della cucina e dei lavori dell’orto sono gesti trasformati in occasioni di incontro con il Signore: tutto per lei diviene un richiamo divino e l’ordinario acquista, così, il sapore del soprannaturale. Quanta noia viviamo nel ripetere ogni giorno le stesse faccende, nell’incontrare gli stessi volti, nell’affrontare la monotonia dei soliti accadimenti; e Mirjam ci istruisce riferendoci le parole che ode durante una visione estatica: “se vuoi cercarmi, conoscermi, seguirmi, invoca la luce, lo Spirito Santo, che ha illuminato i miei discepoli e illumina tutti i popoli che lo invocano. Io ti dico in verità: chiunque invocherà lo Spirito Santo, mi cercherà e mi troverà. La sua coscienza sarà delicata come il fiore dei campi”.
E lo Spirito continuamente invocato opera altre meraviglie nell’umile creatura: come a S. Giuseppe da Copertino, anche a Mirjam viene concesso di librarsi verso l’alto come incenso leggero e profumato. Il carisma della levitazione la investirà per diverse volte: viene vista portarsi su un gigantesco albero e sostare, in piedi, in cima, appoggiata sul ramo più fragile ad intonare il suo solito accorato inno d’amore al Creatore: “Amore, Amore…Possiedo l’Amore”. La potenza dell’Amore le imprime dei segni. Sul suo corpo vede riprodursi le ferite provocate a Gesù durante la sua passione: Mirjam tenderà sempre a nascondere le stigmate e a ritenerle “macchie di lebbra”. Ma lo Spirito Santo le concede una ferita più soave: la trasverberazione del cuore, la stessa esperienza mistica vissuta dalla Santa Madre Teresa. Mirjam è raccolta in preghiera e, come in ogni momento di orazione, cade in estasi, è trasfigurata, irraggiata da una intensa esperienza d’amore che il cuore si sente “trafitto” da una lancia. Il cuore inizia a sanguinare provocandole dolore e gaudio nello stesso tempo; Cristo le concede la grazia di squarciarle il cuore con l’immensità del suo amore: “Basta, basta, o Gesù! Non resisto più…Mi sento morire di gioia e di dolore”.
Nella carne del piccolo nulla si realizza ciò che l’uomo prova nei suoi legami con le persone amate; quanto trasporto affettivo nutriamo nei loro confronti! Quanto più è profondo il coinvolgimento sentimentale tanto più sperimentiamo una incapacità a contenere l’ebbrezza dell’amore: poiché Gesù tocca i nostri cuori, li infiamma d’amore e lascia la cicatrice di una eterna nostalgia di Lui che ci spinge a mendicare i riflessi del suo Amore presenti nell’intimo di ognuno. Alla piccola araba lo Spirito concede anche il carisma della profezia, dei doni poetici, della conoscenza dei cuori; è posseduta per quaranta giorni dal demonio e, nello stesso istante in cui ne viene liberata, per quattro giorni è invasa da presenze angeliche.
Una mistica, dunque, di singolare levatura, tale da renderla un segno tangibile della presenza di un mondo soprannaturale che, con la sovrabbondanza dei suoi doni, manifesta la sua potenza agli occhi di un mondo incredulo, perso nell’esaltazione della ricerca scientifica, del “tutto misurabile e verificabile”, nel rifiuto della dimensione spirituale considerata scomoda custode delle coscienze, ormai assopite e rese mute di fronte alla Verità. In questo mondo di menzogne e di falsità lo Spirito Santo ridesta le anime, scuote le coscienze, illumina i pensieri, infiamma i cuori; Mirjam è scolpita da questa Presenza divina, si abbandona alla sua guida, la invoca incessantemente, si prodiga per diffonderne una devozione particolare rendendosi apostola e profeta dello Spirito Santo: “O Spirito Santo, fonte di pace e di luce, ho fame, vieni a nutrirmi; ho sete, vieni a dissetarmi; sono cieca, vieni a illuminarmi; sono povera, vieni ad arricchirmi; sono ignorante, vieni ad istruirmi! Vieni, mia consolazione; vieni, mia gioia; vieni, mia pace, mia forza, mia luce! Spirito Santo, mi abbandono a te”.
(Per approfondimenti: Amédée Brunot, La piccola araba, EDIZIONI OCD)
M. Concetta Bomba ocds



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