Sembra la fine di un cammino, ma ne è l'inizio - quello più vero e impegnativo, perché affidato alle nostre mani povere e ai nostri passi stanchi, che solo il soffio che anima la legge nuova dello Spirito, che è Amore, può rendere pellegrinaggio di speranza, e non nomadismo errante e isolato! Così si può descrivere la festa di Shavuot, che per Israele segna il culmine del suo esodo - diventa popolo, grazie al dono della Toràh e delle sue mille e una parola; così si può raccontare con altre parole l'episodio del mattino di Pentecoste, che per la Chiesa segna l'inizio e il progetto - fare dei popoli una sola famiglia, che non sale ambigua e proterva verso il cielo come da Babele, ma si spande in ogni dove con un abbraccio e un calore nuovi, per fare di ogni luogo una nuova Gerusalemme.
Quest'anno, la festa cristiana cade nel giorno della Visitazione - festa dell'incontro tra due donne, la loro promessa, le loro vite donate e quello che in loro crescono e vivono... Mi sembra bello celebrare con il canto di un poeta come Turoldo il dono di quello Spirito di vita che si fa carne nel grembo di una madre e nel cuore di ogni vivente - sia augurio al nostro cammino, ora compiuto e sempre "in principio"!
(M. Chagall, Exodus, 1966)
L’ordine era d’attender lo Spirito:
così vegliavano assidui e unanimi.
Eri tu forse a guidar la preghiera,
come lui fece nell’ultima cena?
Certo tu eri la terra promessa
l’isola intatta del santo approdo,
ove lo Spirito scese già prima
a fecondarti del germe divino.
Con noi assisti all’ultimo tempo:
lo stesso vento ora scuote la casa,
lo stesso fuoco dell’Oreb divampa
e apre la via nel nuovo deserto!
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