Jean-Yves Leloup, prete ortodosso, ha prodotto uno studio (Il sacro abbraccio. Gesù, Maria Maddalena e l’Incarnazione, ed. Lindau) piuttosto sconcertante per le tematiche trattate e per le fonti utilizzate.
L’argomento: la sessualità umana come realtà non da sublimare o rimuovere, ma “trasfigurata” nel senso di divenire porta d’ingresso per il sacro, se è vero, come è vero, che il Verbo si è fatto carne.
Le fonti: i vangeli gnostici, che vanno ad integrare i vangeli “canonici” come parte “inconscia” (che sta, cioè, al di sotto della coscienza), nascosta, resa segreta, rimossa.
Invitiamo il lettore interessato a rimanere solo di fronte al testo per lasciarsi provocare dai rimandi che l’autore gli pone davanti (vangelo di Filippo, in particolare) per sconcertarlo circa la possibilità che Gesù, nella pienezza dell’Incarnazione, abbia vissuto la sua sessualità: “Per alcune persone è impossibile parlare della sessualità di Cristo. Gesù è forse meno divino se, essendo più umano, ama una donna? Questo presuppone che si abbia un’idea ben strana della donna! Si sa che le Chiese, da san Paolo e sant’Agostino in poi, hanno prodotto migliaia di testi che diffondono il senso di colpa e il risentimento, spinti da paure comprensibili, ma per niente cristiane”.
Ed è appunto questo l’argomento che interessa a chi scrive quest’articolo, forse perché donna, forse perché costretta, unitamente a tutta la parte femminile dell’umanità, a subire, suo malgrado, le vessazioni di una mentalità maschilista che si autogiustifica appellandosi, in modo meschino, scorretto ed improprio, all’autorevolezza dei testi sacri.
“Ci si può domandare perché Gesù non sia mai rappresentato in compagnia di una donna, se non quando si tratta di sua madre, in una glorificazione, o di una ‘peccatrice’ ai suoi piedi. Mai una donna faccia a faccia, o ‘al suo fianco’-eppure la famosa ‘costola d’Adamo’, dalla quale si dice sia stata creata Eva, in ebraico tzela, è esattamente il suo ‘fianco’…Ci si dimentica così di rappresentare l’altro fianco di Cristo, il suo lato femminile, riducendolo ai ruoli ben noti di ‘mamma e prostituta’ “. E invece si mostra facilmente Cristo, non solo in compagnia dei suoi uomini, dei suoi discepoli, ma in particolar modo in compagnia di san Giovanni, il suo discepolo preferito. Sembra che non vi sia alcun problema a rappresentare san Giovanni contro il petto del suo Maestro…
Si può forse negare il potere delle immagini? Queste rappresentazioni hanno senza dubbio avuto qualche influenza sul comportamento del clero.”
Chi è donna vive sulla propria pelle le conseguenze di giudizi squalificanti che la relegano, all’interno della chiesa, agli angoli del “tempio sacro” nell’atto di svolgere funzioni che non vadano ad intaccare la purezza del ministero sacerdotale. Nell’immaginario collettivo maschile cattolico, persiste l’accostamento ad Eva, a colei che seduce, tenta e fa cadere Adamo. Non possiamo, allora, meravigliarci se una personalità della statura di un san Tommaso d’Aquino, non ce la faccia proprio ad accettare che la donna possa essere stata creata da Dio come colei che sta al fianco dell’uomo: “Non vedo in vista di quale aiuto la donna fu creata per l’uomo se non per procreare. E non capisco perché si escluda questa finalità. Se la donna non è stata data all’uomo con lo scopo di generare figli, allora per quale altro aiuto? Perché lavorino la terra insieme? Se l’uomo avesse avuto bisogno di un sostegno, l’aiuto di un altro uomo gli sarebbe stato più utile. La stessa cosa si può dire del conforto nella solitudine. Tanto più piacevole è la coabitazione di due amici piuttosto che quella di un uomo e di una donna”(Tommaso d’Aquino, De gen. ad, litt. 9,5-9).
E un’altra voce ancora afferma: “ ‘La bellezza femminile è sangue, umori, fiele…e noi, cui ripugna toccare anche solo con la punta delle dita il vomito o il letame, come potremmo mai desiderare di stringere fra le braccia il sacco stesso di escrementi?’ E’ veramente un ‘santo’ colui che parla in questo modo? Ebbene, Odilon di Cluny fu canonizzato dalla Chiesa.” (cfr. p. 95)
Per non parlare, o meglio “citare”, san Paolo che, a riguardo, non si è mostrato tanto benevolo nei confronti delle donne: perché tanta paura? Si è ancora incapaci di integrare la parte femminile con la parte maschile, insieme “epifania” dell’Alleanza, incontro tra umano e divino, relazione nuziale per ”divenire Anthropos, Umanità in tutta la sua pienezza”: “che queste nozze comincino in noi a livello neurofisiologico (i due emisferi del cervello) o a livello sociale o su un piano più generale (l’incontro per una vera alleanza tra Oriente e Occidente).
Pietro non è ancora nell’orizzonte di questa ‘nuova Alleanza’ proposta dal Maestro: la gelosia lo trattiene in una diffidenza nei confronti del femminile che gli impedisce di integrare la ‘parte mancante’ del suo essere amante. Il tono di Pietro non inganni, egli è veramente turbato dal fatto che una donna possa prendere la parola e svelare ‘segreti’ che gli ‘uomini’ di Yeshua non conoscono”.
L’argomento: la sessualità umana come realtà non da sublimare o rimuovere, ma “trasfigurata” nel senso di divenire porta d’ingresso per il sacro, se è vero, come è vero, che il Verbo si è fatto carne.
Le fonti: i vangeli gnostici, che vanno ad integrare i vangeli “canonici” come parte “inconscia” (che sta, cioè, al di sotto della coscienza), nascosta, resa segreta, rimossa.
Invitiamo il lettore interessato a rimanere solo di fronte al testo per lasciarsi provocare dai rimandi che l’autore gli pone davanti (vangelo di Filippo, in particolare) per sconcertarlo circa la possibilità che Gesù, nella pienezza dell’Incarnazione, abbia vissuto la sua sessualità: “Per alcune persone è impossibile parlare della sessualità di Cristo. Gesù è forse meno divino se, essendo più umano, ama una donna? Questo presuppone che si abbia un’idea ben strana della donna! Si sa che le Chiese, da san Paolo e sant’Agostino in poi, hanno prodotto migliaia di testi che diffondono il senso di colpa e il risentimento, spinti da paure comprensibili, ma per niente cristiane”.
Ed è appunto questo l’argomento che interessa a chi scrive quest’articolo, forse perché donna, forse perché costretta, unitamente a tutta la parte femminile dell’umanità, a subire, suo malgrado, le vessazioni di una mentalità maschilista che si autogiustifica appellandosi, in modo meschino, scorretto ed improprio, all’autorevolezza dei testi sacri.
“Ci si può domandare perché Gesù non sia mai rappresentato in compagnia di una donna, se non quando si tratta di sua madre, in una glorificazione, o di una ‘peccatrice’ ai suoi piedi. Mai una donna faccia a faccia, o ‘al suo fianco’-eppure la famosa ‘costola d’Adamo’, dalla quale si dice sia stata creata Eva, in ebraico tzela, è esattamente il suo ‘fianco’…Ci si dimentica così di rappresentare l’altro fianco di Cristo, il suo lato femminile, riducendolo ai ruoli ben noti di ‘mamma e prostituta’ “. E invece si mostra facilmente Cristo, non solo in compagnia dei suoi uomini, dei suoi discepoli, ma in particolar modo in compagnia di san Giovanni, il suo discepolo preferito. Sembra che non vi sia alcun problema a rappresentare san Giovanni contro il petto del suo Maestro…
Si può forse negare il potere delle immagini? Queste rappresentazioni hanno senza dubbio avuto qualche influenza sul comportamento del clero.”
Chi è donna vive sulla propria pelle le conseguenze di giudizi squalificanti che la relegano, all’interno della chiesa, agli angoli del “tempio sacro” nell’atto di svolgere funzioni che non vadano ad intaccare la purezza del ministero sacerdotale. Nell’immaginario collettivo maschile cattolico, persiste l’accostamento ad Eva, a colei che seduce, tenta e fa cadere Adamo. Non possiamo, allora, meravigliarci se una personalità della statura di un san Tommaso d’Aquino, non ce la faccia proprio ad accettare che la donna possa essere stata creata da Dio come colei che sta al fianco dell’uomo: “Non vedo in vista di quale aiuto la donna fu creata per l’uomo se non per procreare. E non capisco perché si escluda questa finalità. Se la donna non è stata data all’uomo con lo scopo di generare figli, allora per quale altro aiuto? Perché lavorino la terra insieme? Se l’uomo avesse avuto bisogno di un sostegno, l’aiuto di un altro uomo gli sarebbe stato più utile. La stessa cosa si può dire del conforto nella solitudine. Tanto più piacevole è la coabitazione di due amici piuttosto che quella di un uomo e di una donna”(Tommaso d’Aquino, De gen. ad, litt. 9,5-9).
E un’altra voce ancora afferma: “ ‘La bellezza femminile è sangue, umori, fiele…e noi, cui ripugna toccare anche solo con la punta delle dita il vomito o il letame, come potremmo mai desiderare di stringere fra le braccia il sacco stesso di escrementi?’ E’ veramente un ‘santo’ colui che parla in questo modo? Ebbene, Odilon di Cluny fu canonizzato dalla Chiesa.” (cfr. p. 95)
Per non parlare, o meglio “citare”, san Paolo che, a riguardo, non si è mostrato tanto benevolo nei confronti delle donne: perché tanta paura? Si è ancora incapaci di integrare la parte femminile con la parte maschile, insieme “epifania” dell’Alleanza, incontro tra umano e divino, relazione nuziale per ”divenire Anthropos, Umanità in tutta la sua pienezza”: “che queste nozze comincino in noi a livello neurofisiologico (i due emisferi del cervello) o a livello sociale o su un piano più generale (l’incontro per una vera alleanza tra Oriente e Occidente).
Pietro non è ancora nell’orizzonte di questa ‘nuova Alleanza’ proposta dal Maestro: la gelosia lo trattiene in una diffidenza nei confronti del femminile che gli impedisce di integrare la ‘parte mancante’ del suo essere amante. Il tono di Pietro non inganni, egli è veramente turbato dal fatto che una donna possa prendere la parola e svelare ‘segreti’ che gli ‘uomini’ di Yeshua non conoscono”.
MARIA CONCETTA BOMBA ocds
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