"La sventura rende Dio assente per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una cella immersa nelle tenebre. Una sorta di orrore sommerge tutta l'anima. Durante quest'assenza non c'è nulla da amare. E se in queste tenebre dove non vi è alcunché da amare l'anima smette di amare, l'assenza di Dio diventa definitiva. Questo è terribile. Bisogna che l'anima continui ad amare a vuoto, o almeno a voler amare, seppure con una parte infinitesimale di se stessa. Allora un giorno Dio le si mostrerà e le svelerà la bellezza del mondo, come accadde a Giobbe. Ma se l'anima cessa di amare, cade già in questo mondo in qualcosa di quasi equivalente all'inferno".
Simone Weil
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