...Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me" (1 Cor 11, 23-24)...
"Chi di noi madri, chi di noi amanti, al contatto con il corpo del proprio figlio neonato o del proprio uomo non ha sentito il bisogno prepotente di farsene cibo? Chi di noi madri non ha desiderato di poter assorbire di nuovo quelle carni uscite da noi? Chi di noi amanti non ha nell’amplesso d’amore segnato con i denti il corpo del proprio uomo o della propria donna? "Ti mangerei di baci…" Chi non ha detto o sentito questa frase? Unire a sé l’amato in un’unione di assorbimento totale; divenire cibo, trasformarsi in vita; divenire nutrimento reciproco per vivere insieme nell’unione più completa, ancora più completa di quelle sessuale."
(M. C. Jacobelli, Il Risus paschalis)
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