"Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui" (Mc 11,2).
"Significativa è la docilità, per così dire più che naturale, di questo mite ma testardo animale a lasciarsi agghindare per portare su di sé - per la prima volta nella sua vita - il peso di una persona. Eppure non ci viene narrata nessuna difficoltà per il Signore di cavalcare questo puledro che non conosce il peso degli uomini, si dice semplicemente: "Vi salì sopra"(Mc 11,7). Nessuna resistenza e nessun bisogno -seppur minimo - di domare questo animale finora selvatico.
La domanda si pone: questo puledro è un animale particolare o è il Signore Gesù ad avere un "peso" particolare che è così "dolce e leggero" (Mt 11,30) da non generare reazioni?...
Il mistero di Cristo, per quanto ci possa sembrare esigente - e lo è - porta in sé un mistero di dolcezza e di leggerezza che il puledro sente per noi, prima di noi ma non senza di noi. Apriamo gli occhi del nostro cuore su questo segno e invece di legare cerchiamo di slegare in noi la libertà di amare, per superare quelle tensioni e resistenze che ci impediscono di vivere. Non sono il mistero di Cristo e le esigenze del suo vangelo a essere pesanti, bensì il peso del nostro rifiuto e delle nostre chiusure a rendere ogni cosa drammatica e insopportabile".
(fratel Michael Davide)
Il mistero di Cristo, per quanto ci possa sembrare esigente - e lo è - porta in sé un mistero di dolcezza e di leggerezza che il puledro sente per noi, prima di noi ma non senza di noi. Apriamo gli occhi del nostro cuore su questo segno e invece di legare cerchiamo di slegare in noi la libertà di amare, per superare quelle tensioni e resistenze che ci impediscono di vivere. Non sono il mistero di Cristo e le esigenze del suo vangelo a essere pesanti, bensì il peso del nostro rifiuto e delle nostre chiusure a rendere ogni cosa drammatica e insopportabile".
(fratel Michael Davide)
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